lunedì 12 marzo 2012

Conosco una che conosce uno che mi vuole conoscere...

Da un po’ di tempo a questa parte, sono oggetto delle attenzioni di troppa gente armata di buone intenzioni, che vengono sprecate malamente.
Perché in questo periodo ogni persona che mi conosce e ha un po’ di confidenza con me, cerca di stanarmi da casa per presentarmi qualcuno? Possibile che abbia l’aria di una che ha estremo bisogno di questo tipo di aiuto? Non sono certo una che frigna con le amiche per la solitudine! Alla peggio me ne sto defilata senza dar fastidio a nessuno… Eppure sembra che ultimamente, sia stato istituito il “Comitato per la Salvaguardia della Vita Amorosa di CheFineHaiFatto” e che ogni amica stia vagliando fra le proprie conoscenze o ravanando fra gli amici single dei propri compagni per trovarmi un fidanzato. Un gesto carino se vogliamo, ma mai richiesto dalla sottoscritta.
– Esci dal guscio, è primavera! Comincia una nuova vita, ti aiuto io… -
E se a me quella vecchia andasse ancora benissimo?
E se a me di incontrare l’ennesimo ragazzo nell’imbarazzo più totale, non andasse affatto? Perché dover intraprendere la solita discussione con le amiche che, seppur per affetto, cercano di forzarmi ad uscire con un perfetto estraneo?
Incontrare sconosciuti “scelti” da qualcun altro, non è mai un buon inizio, credetemi. Ultimamente tra uscite collettive, uscite a quattro e appuntamenti al buio, son quasi più fuori che a casa… la sto esagerando un po’, comunque è un vero assalto. E poi che ne rifiuto la maggior parte, sennò dovrei istituire un dispensa biglietti e un display luminoso con la scritta “Serviamo il numero…”
Sarà che sono convinta che se è destino, lo incontrerò comunque l’uomo/ragazzo della mia vita senza “aiutini” o blind date assolutamente disastrosi, che faccio fatica a immaginare che potrà capitare così. 
Sono giovane, che diamine! Per diventare una disperata zitella con la casa piena di gatti, c’è ancora tempo, non vi pare? Eppure nella vita c’è sempre qualcuno che cerca di darti una mano anche nelle situazioni non richieste e che prova a convincerti che stai sbagliando qualcosa nella tua esistenza.
Sono single da un anno, non mi sembra una gran tragedia a 24 anni! Non lo sarebbe, a mio parere, nemmeno a 40 o a 50 se mi sentissi come mi sento ora (che ho ripreso il totale [quasi] controllo di me stessa), ma questo è un altro discorso. Certo è vero che avrei voglia di avere accanto una persona che mi ama e da amare a mia volta, non sono mica una misogina votata all’eremitaggio. Però vorrei che esistesse un modo per incontrarla che non mi costringesse a sottostare a questi umilianti appuntamenti ai quali a volte le amiche già come dire… accasate, mi sottopongono ultimamente. Come quello incontrato per un aperitivo venerdì sera.
– C’è un amico del mio ragazzo che devi assolutamente conoscere! E’ davvero molto carino, fa l’avvocato e avete un sacco di interessi in comune. Vi vedo già insieme, sareste una coppia formidabile! –
Peccato che “gli interessi in comune” si rivelino essere una misera manciata che comprende: preferire il mare alla montagna, detestare i fazzoletti di carta in barba al fatto che quasi tutti gli altri esseri umani li usino con soddisfazione e che entrambi odiamo andare in bicicletta… Può bastare?
Ovviamente la risposta è no.
Per sorvolare sul fatto che il soggetto in questione è sì carino, ma è più basso di me di alcuni centimetri… In effetti sono definita spesso una stangona visto che sfioro il metro e settantasei, ma che ci posso fare se sono alta? E’ chiaro che se c’è l’amore e l’affiatamento anche l’altezza passa in secondo, ma che dico secondo… in terzo piano! Ma qui (come tutte le altre volte per ora, haimè!) è come cercare di infilare un bastone tondo in un buco quadrato, per citare la frase di un film
Sarà anche avvocato quello là, ma per essere un principe del foro in tutta la serata ha spiccicato quattro parole in croce, tutte in lodi sperticate su quanto sia carina e in domande sul perché con la mia altezza e il mio aspetto, non abbia tentato la carriera di modella, mettendomi parecchio in imbarazzo mentre mi affrettavo a cambiare discorso. Salvo cambiar rotta quando è arrivato il momento di pagare gli aperitivi, tentennando e rovistando nel portafoglio e poi con la faccia da schiaffi mi ha chiesto di pagare per entrambi perché non aveva contante. Che si può pensare di uno che esce per la prima volta con una sconosciuta e non si cura nemmeno di avere quattro soldi in tasca? Aveva proprio intenzione di farmi una bella impressione, non c'è che dire... un vero signore! 

La mia amica il giorno dopo, mi ha detto che non si è nemmeno scusato per l'accaduto, perché tanto sapeva che non ci saremmo più rivisti. Perché e qui cito testuali parole, "... ero troppo per lui e sapeva già come sarebbe andata a finire ...". 
Non so se fosse una scusante o un cavillo da avvocato per la maleducazione, ma sicuramente se si gioca le relazioni sempre a questo modo, è garantito che resterà sempre solo come un cane!
E questo vi assicuro, è il meno peggio che mi è capitato…
Tutto questo sfogo perché ecco che la primavera sta facendo capolino e subito l’amica di turno preoccupata per la mia prolungata solitudine, si sta adoperando per cercare di accasarmi con il solito “ottimo sulla carta”.
Quando mi viene in mente questa immagine di persona ottima sulla carta, ormai mi copro di bolle!
Sto sinceramente pensando di abbandonare la mia proverbiale educazione e i miei modi garbati per mandare a quel paese qualunque persona cominci a propormi di dare uno scossone alla mia vita. Non è nella mia natura, ma dovrò pur difendermi, no?
Scansare l’ennesimo appuntamento inutile e fallimentare, che non solo mi farebbe sprecare del tempo, ma metterebbe a dura prova anche il mio amor proprio visto che mi sono spesso chiesta se sono io ad essere incontentabile e poco aperta verso gli altri o se è colpa di chi non ha capito un fico secco di come sono e mi appioppa sempre la persona sbagliata.
Forse la verità è più semplice e prosaica, cioè gli uomini disponibili sono quelli e punto.
Le rimanenze di magazzino, quegli articoli che per quanto ci si impegni non si riesce proprio a vedere… per fare una metafora. Così un’altra domanda che mi pongo ogni volta, al mio rientro a casa dopo aver partecipato all’ennesimo incontro fallimentare, è questa: sono anch’io una rimanenza di magazzino?
O sono forse (e questo è ancora peggio) uno scarto di produzione, merce difettata che non si riuscirebbe a vedere nemmeno a metà prezzo?
E’ tardi e devo andare a dormire. Per citare (ancora) la frase di un altro film, ci penserò domani…

venerdì 2 marzo 2012

La mia vita in un mashup

Manco da una vita lo so, ma visto il mio nick questa cosa non dovrebbe sorprendervi per niente. Sarò costretta a riassumere e raccontare un po' alla rinfusa i fatti più salienti, buttati tutti nel pentolone di questo post contenitore...
Ho avuto un sacco da fare. Il ché vuol dire per un'apatica e inerte come me, una gran fatica!
La cucina è ancora un disastro (maledetta neve!) e lo sarà ancora per mesi dato che prima i muri si dovranno asciugare e poi l'impresa assoldata dal condominio ci potrà lavorare. Per ora, guardare quelle pareti una volta bianche è un pugno in un occhio perché ovunque volga lo sguardo, mi pare di vedere delle fette di gorgonzola spalmate sui muri, da tanta muffa c'è sopra...
Brrrrrrrrrrrrrrr!
Così continuo a mangiare cibi che mi scaldo al microonde perché il titolare dell'impresa che è venuto per un sopralluogo mi ha sconsigliato di cucinare sui fornelli, visto che dal soffitto si staccano pezzi di pittura e ogni tanto cadono frammenti di intonaco. Anche se non me lo diceva ci sarei arrivata da sola, ma è stato premuroso.
Sto facendo la fortuna degli asporto vicino a casa, perché come potrete immaginare mangiare "cucinando" con un misero microonde rende decisamente limitato il numero di piatti sul menu'...
Una sera cinese (che odio, ma bisogna pur variare), una sera pizza, un'altra un primo e un contorno e ringrazio i santi del paradiso che esista un asporto che fa cucina tradizionale e ogni tanto (perché è mooooolto più caro degli altri) il giapponese con sushi e yaki meshi o tempura udon. Se fosse per me mangerei giapponese tutte le sere, ma col mio stipendio buona grazia se lo faccio tre volte al mese.
Sul fronte lavoro non si muove foglia e non proseguo il proverbio perché spero proprio che Dio non ce l'abbia con me, per cui mi tocca rimanere dove sto e sentirmi pure fortunata.
Qui nulla cambia, ogni giorno le stesse facce e le stesse prove che meritocrazia è solo una parola, un concetto astratto del tutto privo di significato. Ogni giorno le stesse sclerate, con gli schiavi (leggi me e qualche altra manciata di poveracci) che lavorano il doppio degli altri prendendo la metà alla fine del mese, ma son dettagli... L'unico giorno che aspetto con ansia, come potrete immaginare, è il venerdì e non soltanto perché è preludio di week end, ma anche perché si assiste alla "parata degli orrori". Da quando il titolare che ha studiato negli States e se ne vanta ad ogni piè sospinto ha istituito il venerdì casual, si assiste a certi orrori che non vi dico. Quelli abituati ad arrivare in ufficio eleganti e sobri ogni santo giorno, si sentono finalmente liberi di dar libero sfogo alla propria "creatività", con risultati spesso terrificanti.
Certi pullover dai colori talmente improbabili da sembrare l'acquisto di qualche fondo di magazzino di un negozio dell'est europeo prima della caduta del muro. Gli uomini sono i più patetici su questo fronte, se escludiamo le due o tre colleghe che adottano il look "passeggiatrice" con mise più adatte all'aperitivo con gli amici che per il lavoro in ufficio. Poi ovviamente c'è lui: Lapo. Il "pezzo unico", l'uomo che riesce a sembrare tamarro (e non lo sembra soltanto, LO E'!) persino con un vestiti di Vivienne Westwood. Come faccio a sapere che ha un abito firmato da lei? Secondo voi? Lapo non perde occasione per rimarcare quanto è trendy e quanto ci tenga al look, peccato che il gusto non si possa acquistare in negozio insieme agli abiti e nemmeno il cervello...
Oggi il capo è andato a Milano con Lapo e altri due leccapiedi e in ufficio si respira un'aria rilassata e serena che è un piacere. Ho terminato i miei compiti e così cazzeggio un pochino sul mio blog trascurato. Raccontare i fatti miei su questo diario a cielo aperto all'inizio mi imbarazzava un po', ma alla fine ho notato che mi fa bene e così metto da parte le inibizioni e buonasera.
Più tardi farò un salto in libreria prima di rientrare a casa e qui arriva la nota dolente.
Sono un'accanita lettrice, quasi maniacale. Mi è sempre piaciuto leggere, amo immergermi nelle storie raccontate da altri e ci perdo spesso anche molte di ore di sonno, ma ultimamente non riesco più a trovare libri che mi piacciano davvero. Leggo lo stesso per carità, ma quando arrivo all'ultima pagina è quasi un sollievo invece che un sottile rammarico per la fine della storia. Quando leggo un libro che mi piace, provo un sottile dispiacere nel lasciare i personaggi che ho amato attraverso le pagine lette, è come abbracciare al terminal partenze degli amici cari che se ne vanno per non tornare mai più. Macinare pagine su pagine di un libro che mi esalta, mi procura una dualità di sentimenti: da un lato il voler terminare per scoprire come va a finire e dall'altro la sensazione di abbandono quando arriverò all'ultima pagina.
Ecco, tutto questo non lo provo più da mesi. Mi impegno a leggere recensioni o a spulciare sugli scaffali delle librerie, ma purtroppo non riesco a trovare nulla che mi soddisfi pienamente. La lettura è uno dei miei piccoli/grandi piaceri della vita e ne ho bisogno come di mangiare o dormire...
A questo punto vengo al dunque. Potete consigliarmi qualcosa da leggere? Vi do qualche indicazione su libri che mi sono piaciuti, ma ovviamente sono aperta ad ogni cosa purché si tratti di narrativa. Alcuni degli ultimi libri che ho letto e che mi sono piaciuti: "Nessun dove" di Neil Gaiman, "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn, tutti i libri di Fannie Flagg, "Soffocare" di Chuck Palahniuk, "Acqua agli elefanti" di Sara Gruen, "Un samba per Sherlock Holmes" di Jo Soares, "Mama Tandoori" di Ernest Van Der Kwast, "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro, "L'inconfondibile tristezza della torta al limone" di Aimee Bender, "Espiazione" di Ian McEwan e non proseguo per non diventare noiosa.
Avete qualche tesoro da condividere con me? Spero di si, ve ne sarò davvero grata...

martedì 7 febbraio 2012

Wrong!

Dopo la super nevicata dei giorni scorsi mi ero illusa che tutto fosse finito. Un gran rottura di scatole, ma finalmente posso parlarne al passato, pensavo.
Wrong!
Sbagliato. Sbagliatissssssimo.
Innanzi tutto, perché oggi ha nevicato di nuovo. Poco, ma lo ha fatto. E poi, orrore degli orrori, quello che ho sempre visto come un vantaggio sugli altri condomini, ossia abitare all'ultimo piano dove nessuno mi cammina in testa, si è rivelato un dolorosissimo boomerang!
Da ieri mattina delle infiltrazioni provenienti dal tetto, mi stanno allagando la cucina che si è trasformata ben presto in una grotta umida e inospitale...
All'inizio era solo una specie di crepetta, poi si è bagnato tutto il soffitto e parte delle pareti che hanno cominciato pure loro a trasudare acqua. Se la mia cucina fosse più grande e ci fosse l'eco, potrei farla vistare come si fa a Postumia, fornendo ai visitatori persino l'impermeabile e gli stivali di gomma da indossare per non bagnarsi...
Cerco di fare dell'ironia perché mi verrebbe da piangere. Ho dovuto lasciare le chiavi di casa ad un'anziana (e gentilissima) vicina, perché vada a svuotarmi le bacinelle che si riempiono inesorabilmente ogni due ore esatte. Spero che non si sia dimenticata, sennò sono rovinata...
Stanotte ho dovuto puntare la sveglia ogni due ore, per evitare che tracimassero e si creassero ancora più danni, sono stanchissima!
Dormire a due ore alla volta è sfinente e frammentando il sonno si diventa irritabili e scontrosi.
Ho chiamato disperata il padrone di casa che mi ha rimpallata all'amministratore, che mi ha rimpallata ad una ditta che farà un sopralluogo domattina. 
Credevo che il peggio fosse passato.
Wrong!
Il peggio è venuto quando ho chiesto al mio capo la mattina libera, per attendere gli incaricati che cercheranno di capire come aiutarmi. Sono a contratto, ma ho diritto ad un certo numero di permessi e quello mi ha fatta sentire una specie di lavativa e una che si approfitta di chissà che cosa, per poter andare al lavoro "solo" il pomeriggio.
Comodo arrivare con calma dopo pranzo, quando tutti gli altri si son sbattuti per venire puntuali al mattino... Credo che fotograferò la mia cucina ingombra di bacinelle e pentole piene di acqua sporca che filtra dal soffitto per dimostrargli che di comodo non c'è proprio nulla. Soprattutto se si pensa che dormirò a singhiozzo anche stanotte se non gela...
Tuttavia, invece di ribattere e far polemica come forse si aspettava facessi dopo la sua infelicissima uscita, ho sorriso in piedi di fronte alla sua scrivania e gli ho risposto Domattina mi godrò la mia "comodità" e arriverò puntuale per l'inizio, dopo pranzo. Grazie per la comprensione. E' rimasto interdetto e un po' imbarazzato e ha biascicato un Prego, non c'è di che...
Certa gente non ha il coraggio nemmeno di essere stronza fino in fondo, che tristezza. La nostra è proprio la società della poracceria imperante...
Per vedere il bicchiere mezzo pieno (inguaribile ottimista che non sono altro!), anche da questa esperienza ho imparato qualcosa: mai credere che il peggio sia passato!
Anyway, se qualcuno conoscesse il nome di un santo adeguato alla bisogna al quale votarmi, è pregato di postarmene immantinente il nome, affinché mi ci possa votare al più presto, grazie. 
Astenersi perditempo. XD

venerdì 3 febbraio 2012

Why I hate snow...

Ho già detto quanto odio la neve? Nel blog precedente, quello su Splinder (lo so, non faccio che nominarlo e non sta bene... Ma che ci volete fare, la "ferita" è fresca e brucia ancora, ma prometto che prossimamente mi limiterò il più possibile. Ok, un'ultima volta. Splinder è morto, viva Splinder! per fare il verso agli inglesi...) 
Dicevamo? Oh sì, il blog precedente, già... ecco proprio lì ho espresso più volte il mio odio atavico per la stramaledettissima neve, ma qui è una novità e dato che dalle mie parti ne è caduta una quantità industriale, penso di avere tutti i diritti di lamentarmi, senza sentire qualche sognatore che mi dice Ma daì, non ti piace la neve? E' così romantica... Perché ve lo dico subito, in questi momenti, divento una belva. Io, ragazza educata e civile che rispetta il prossimo, mi trasformo una specie di hooligan pronto alla rissa e a menar cazzotti. La neve è bella (anzi bellissima) a Cortina, a San Martino di Castrozza, a Cervina, a Livigno o dove diavolo vi pare in qualunque località sciistica del pianeta terra, ma in città lasciatemelo dire fa schifo!
E' tutto bloccato da più di 60 (SESSANTA!!!) centimetri di neve e quando si esce si rischia il congelamento o qualche caduta con relativi ematomi se non fratture, cosa c'è di bello in questo? Qualcuno me lo può spiegare?
Stamattina in autobus, una ragazza guardava sognante fuori dai finestrini appannati dall'alitare di tutti questi corpi strizzati sul mezzo e diceva all'altra rimbambita sua amica che annuiva convinta Guarda che spettacolo, non è bella? Giuro, se fossi riuscita a muovere le gambe in tutta quella calca, l'avrei presa a calci! E' stata fortunata...
Qui in ufficio il clima che si respira è di tipo goliardico, del genere In pausa pranzo facciamo a pallate di neve? ovviamente il promotore di cotanto sforzo di geniale creatività chi poteva essere se non Lapo? E non è stato nemmeno un guizzo del momento, ci ha pensato nel calduccio di casa ieri sera lo scemo e si è portato il cambio per poter affrontare la cosa come si conviene. Quando si nasce così, c'è poco da fare. Si resta ragazzoni tutta la vita, dei guasconi pronti alla battuta e alla pacca sulla spalla, anche quando non sarebbe il momento. Lui è l'archetipo, il prototipo del Peter Pan senza un problema al mondo, perché quando questi si presentano, c'è sempre qualcuno che li risolve per lui. Per cui, perché preoccuparsi? Divertiamoci anche al lavoro che tanto a sbrigare quello che c'è da fare ci pensa quella povera schiava sottopagata che sta sempre incollata alla scrivania! In pausa pranzo penso che aggiornerò il curriculum da spedire ovunque nel mondo, anche a qualche agenzia a Timbuctu. Piuttosto che rimanere qui, qualunque altro posto andrà bene...
Credevo dovesse andare in palestra con quel borsone e invece ci ha portato la tuta da sci impermeabile, mentre i Moon Boots li aveva già ai piedi, ma poi si è messo le sue solite scarpe super trendy, ci mancherebbe che potesse mai rovinare il composé del suo look da fighetto. Insomma tra poco qua sotto ci sarà battaglia e io ovviamente non ci sarò, mica sono matta a dar ancora più confidenza a quel mentecatto che già se la prende senza permesso!
Quindi dicevo che odio la neve, ho già portato diverse motivazioni a questa mia affermazione, ma se queste non bastassero vi aggiungo quella più importante: la neve bastarda mi impedisce di andare a trovare mia nonna alla casa di riposo. Mia nonna, anziana ma non decrepita, che fino a un anno e mezzo fa, andava ancora al mare con un gruppo di amiche e che preparava il tè alle cinque con i biscotti fatti in casa (da lei!), che da quando è rinchiusa in quel posto sta perdendo colpi e si sta trasformando in un'altra persona. Una che non legge più e che si sta chiudendo sempre più in sé stessa...

L'anno scorso i miei hanno deciso che nonna aveva rotto le palle in casa a sufficienza e senza nemmeno chiedere il suo parere (o il mio!), l'hanno portata in quella che loro chiamano pomposamente Casa di Cura o Buon Ritiro, ma è una casa di riposo, è inutile indorare la pillola... Rinchiusa in una "prigione" senza aver fatto nulla di male. E' solo anziana e si scorda le cose di tanto in tanto, ma è molto buona e ha aiutato sempre i miei genitori quando sono stati in difficoltà in passato. Bella riconoscenza! Mi ha praticamente cresciuta e la vedo come una seconda mamma. Una specie di fata buona che ha sempre avuto una parole gentile, un consiglio o una carezza per me.
Purtroppo i costi esorbitanti delle case di riposo in città, hanno "costretto" i miei a scegliere per una struttura lontana 50 km sui monti, dove l'aria è buona e c'è una bellissima vista, ma di queste giustificazioni i vecchietti se ne sbattono poverini! Loro vorrebbero avere qualcuno che li va a trovare spesso e se il posto è lontano, questo accade di rado... Inutile sparare minchiate.
Io ci vado tutte le settimane, il sabato di solito. Prendo la macchina e mi inerpico su per i monti per andare a trovare la mia nonnina adorata. Lei aspetta la mia visita, come un regalo e vedo la felicità nei suoi occhi cerulei. Ogni volta mi si stringe il cuore.
Vorrei fare qualcosa, ma la mia casa è piccola e non c'è posto per lei e una badante che ormai sarebbe diventata necessaria, dopo i mesi trascorsi in quella struttura. Dai miei lo spazio c'era, ma hanno preferito spedirla via. Li odio per questo!
Andare da nonna non mi pesa per niente, il tragitto è bellissimo. Percorro una strada fondovalle che costeggia un fiume ed è un paradiso. Mi ci vogliono un'ora all'andata e una al ritorno, ma giuro che non mi spiace per niente! Imposto una compilation del mio fido iPod e mi immergo nella natura, facendo questo piccolo viaggio che mi porta dalla mia nonna amata.
Ora la neve è venuta a far da guastafeste! L'ho chiamata prima per dirle che cercherò domani di andare, ma non conosco le condizioni della strada e quindi potrei dover saltare la visita. Mi ha detto che non vuole che rischi e che mi aspetterà la settimana prossima, me lo ha fatto promettere e mi è venuto il magone...
Ecco un altro (buon) motivo, per cui odio la neve.
Qualcuno ha ancora qualche frasettina idiota da pronunciare su quanto è bella e romantica? No? Bene, perché potrei aspettarlo sotto casa con una mazza da baseball in mano...

lunedì 30 gennaio 2012

Ultimo post (ovvero il post gemello che dal 31 gennaio leggerete solo qui)


Ho già il blog da un'altra parte, cioè qui, ma per onorare questo di Splinder mi è parso giusto postare qui nell'ultimo giorno disponibile per farlo...
Trovo triste che questa piattaforma chiuda i battenti, un po' come succede ai negozietti sotto casa che mano a mano spariscono lasciando vuoti i locali che in men che non si dica diventano fatiscenti e polverosi, con le vetrine sporche che quasi non ci vedi attraverso costringendo i clienti ad andare al centro commerciale anche solo per comprare il latte e un pezzetto di pane.
Mi piaceva Splinder, peccato... Mi piace anche Blogspot però e so che diventerà da domani la mia
(unica) casa virtuale ufficiale.
Forse ho troppa fantasia, ma il momento della chiusura me la immagino come un aereo che precipita, una nave che affonda o un palazzo che si sgretola e crolla in mille pezzi. E' per questo che in questo ultimo post, aggiungerò anche questo filmatino da Inception così tanto evocativo.
Ci vediamo di là (cioè di qua), se vi va di passare. Buona vita a tutti!

giovedì 26 gennaio 2012

Memo's Basic Life

Avete mai pensato a come sarebbe più libera e leggera  la nostra vita se la vivessimo senza tanti orpelli o pesi inutili? Ciò che desideriamo quasi sempre non è altro che qualcosa che ci viene spacciato per necessario e del quale, fino a quel momento avevamo benissimo fatto senza. Siamo sottoposti ad un lavaggio del cervello martellante e costante, finché anche il più restio a certe cose cede ed entra a far parte della schiera di quelli che si sono fatti irretire. Così, accessorio dopo accessorio, oggetto innovativo dopo oggetto innovativo, ci ritroviamo ad avere una vita sempre più schiava di desideri perlopiu irrealizzabili, che ci avvelenano l'esistenza in quanto perennemente insoddisfatti...
E' terribile rendersene conto.
Ieri ho dimenticato il cellulare in ufficio, me ne sono accorta quando era troppo tardi per andare a riprenderlo, sono talmente l'ultima ruota del carro che ovviamente non possiedo le chiavi per entrare senza che qualcuno già all'interno mi apra... così ho passato l'intera serata in preda al panico e all'ansia di averne bisogno o di perdere chissà quale fantomatica telefonata importante!
Ma chi vuoi che mi telefoni se non mia madre, con mio padre che le suggerisce alle spalle? Eppure son stata nel panico per buona parte della notte, tanto da non riuscire ad addormentarmi fino alle 5.00 del mattino, nonostante avessi la sveglia alle 7.00. Ecco un altro motivo d'ansia: la sveglia!
Chi la possiede ancora una sveglia? Come del resto anche l'orologio...basta il cellulare, no?
E se lo si lascia in ufficio?
Bella domanda... mi son dovuta arrangiare chiedendo a mamma (e non potete immaginare quanto mi sia costato farlo, per tante di quelle ragioni che è meglio che non ve le dica nemmeno!) che si sveglia sempre all'alba fresca come una rosa e senza dover puntare nessun orologio di sorta, che mi chiamasse al fisso per svegliarmi lei. Come un gallo, ma in forma umana... Così stamattina per la prima volta dopo un po' anni, cioè da quando me ne sono andata di casa per vivere per conto mio, ho risperimentato il risveglio traumatico di sentire la voce di mamma appena sveglia che mi ha dato anche tutta la consueta serie di consigli, mentre ciabattavo per casa e cercavo di caricare la moca tenendo in bilico il cordless tra l'orecchio e la spalla. 
In altre circostanze l'avrei stroncata con un secco: - Ci sentiamo più tardi, ti chiamo io! - cosa che di solito non avviene mai, ma in questo caso avendomi fatto una cortesia, non potevo nemmeno permettermi di tagliarla troppo corta. Per fortuna ad un certo punto mi sono dovuta fare la doccia...
Sin questo momento sono in uno stato pietoso, mezza rimbambita per le due sole ore di sonno e per la sensazione che dovrei fare qualcosa per essere meno schiava degli oggetti che possiedo. Lapo mi guarda dall'altra parte dell'ufficio e ogni tanto fa le facce buffe di chi si crede simpatico, ma intanto mi ha sbolognato quasi tutto quello che doveva fare lui. Lapo è un collega che chiamo così perché è meglio non fare nomi veri, ma anche perché... bè potete anche immaginatevelo da soli... Comunque ecco una sua descrizione abbastanza precisa, che copio e incollo dal mio blog in sfacelo.
E' un tipo strano e detto da me potete crederci. E' sui 30, tutto tirato nel suo completo grigio fumo e la camicia col colletto bicolore e ha l'enorme difetto di parlare troppo o non parlare affatto. Ovviamente sceglie sempre l'opzione sbagliata al momento sbagliato. E' uno che in vacanza va a Ibiza e si vanta di aver praticato il balconing ritornando tutto intero. Avete inquadrato il personaggio? Volete ancora qualche aiutino? 
Ci prova platealmente con qualunque essere di sesso femminile, senza badare troppo per il sottile. Si veste in maniera talmente improbabile, che lascia di stucco. Indossa spesso uno sgargianti completi giacca e pantalone a righe e per questo è stato soprannominato Lapo...
Sta sulle palle a tutti, ma a lui sembra non importare affatto. Di due una: o se ne frega davvero, oppure non ci arriva.
Ovviamente propendo per la seconda.
Dato che non lo sopporta nessuno, è stato affibbiato a me per ambientarsi sta qui da quasi un anno, vorrei sapere quanto gli ci vorrà ancora... e imparare a la gestione dei compiti che gli verranno affidati. Non fa altro che dichiarare candidamente che non vede l'ora di far carriera per avere un ufficio tutto suo, disporre di una segretaria da palpeggiare e con la quale fare sesso sulla scrivania, mentre gli altri lavorano. All'inizio credevo scherzasse e ho riso per farlo contento, ma ho scoperto che è sincero...
A volte mi guarda serio e mi dice: - Ti va di diventare la mia segretaria? - Gli ho spiegato pazientemente che non può fare così, perché potrebbe finire nei guai e venire accusato di molestie e 'sto scemo senza fare una piega mi ha detto: - E perché? Io prima lo chiedo... -
Il concetto di molestia e di attenzioni sgradite non lo sfiora nemmeno. Mi sa che per rintuzzarlo dovrò essere grossolana quanto lui...
Questo lavoro mi faceva già schifo prima, ora è proprio un incubo! Pensare di lavorare spalla a spalla con quell'idiota nei prossimi mesi, mi ha immediatamente tolto di dosso l'innaturale pigrizia che mi ha presa ultimamente. A quanto pare, basta poco.
Forse è il mio Deux ex Machina che ha un senso dell'umorismo tutto suo e si diverte a vedere come me la cavo in situazioni difficili, prima di darmi una mano. Per lui sarà come stare davanti alla tv guardando una sit-com. Buon divertimento caro, quando hai finito di fare zapping, ricordati che sto aspettando un aiuto più concreto! Stasera, all'insegna del «Aiutati che Dio ti aiuta», rispolvero il mio curriculum e lo spedisco in giro, magari trovo un meraviglioso
Una collega guarda incantata il tramonto attraverso la vetrata sparando minchiate sul romanticismo.
E' ufficiale, sono una stronza senza cuore.
Sì sì, lo sono. Perché avrei tanta voglia di tirarla giù dalla finestra, magari insieme a Lapo...
A proposito, se mai qualcuno lo notasse o se lo chiedesse: l'orologio del mio blog è un'ora indietro, perché è tarato sull'ora di Londra!
Sono quasi le cinque se Dio vuole! Tra poco si torna a casa...

martedì 24 gennaio 2012

If I actually had a life...




Siamo punto e daccapo.
Di nuovo chiusa nel mio bozzolo, di nuovo preda dei miei sogni, di nuovo alla ricerca di qualcosa che sembra non esserci: una persona che mi accetti per quella che sono.
Ho sbagliato, il concetto giusto è... che mi ami per quella che sono! Pacchetto intero, pregi e difetti.
E' facile amare qualcuno quando ti fa vedere solo il lato migliore di sé stesso, o quando cerca di compiacere i tuoi desideri, imitando meglio che può la persona che tu vorresti accanto... Difficile se non impossibile, amare qualcuno per ciò che è veramente senza mettere dei paletti o dei "certo che se cambiassi anche solo un pochino..." e via dicendo. Le persone non vanno cambiate. Per lo meno, non si può pretendere o sperare che lo facciano, imponendoglielo con la forza o con le lusinghe.
Si è quello che si è.
Capisco che è complicato, ma non è impossibile amare qualcuno per quello che è, basta dare per scontato che è così, punto è basta. Senza farsi i viaggi mentali su come sarebbe bello se cambiasse e diventasse qualcos'altro. Oltre tutto, succede spesso che proprio quando ci si inibisce e si cerca di cambiare per l'altro, nel momento nel quale si raggiunge la cosiddetta "perfezione" con tanta fatica e frustrazione, l'altro si stufa perché ci trova noiosi o soltanto perché tutto quell'assecondarlo, non ha fatto altro che rendergli la vita troppo facile. Comunque sia, sono stufa marcia di recitare la parte di quello che non sono, per cui preferisco la solitudine e la compagnia di un buon libro, all'avere accanto qualcuno che non capisce gli sforzi che si fanno per raggiungere una perfezione che non esiste.
Sto leggendo un libro molto carino che consiglio a chiunque abbia voglia di una lettura soave, fresca e magica nella sua semplicità. In una parola: delizioso! Si intitola "L'inconfondibile tristezza della torta al limone" di Aimee Bender, è davvero un libro carino che aiuta le persone a sentirsi meno sole, provare per credere!
Mezza giornata a casa dall'ufficio e mi sento già meglio, che questo anno sia quello giusto per mollare tutto e fare finalmente qualcosa che mi piace davvero?