lunedì 30 gennaio 2012

Ultimo post (ovvero il post gemello che dal 31 gennaio leggerete solo qui)


Ho già il blog da un'altra parte, cioè qui, ma per onorare questo di Splinder mi è parso giusto postare qui nell'ultimo giorno disponibile per farlo...
Trovo triste che questa piattaforma chiuda i battenti, un po' come succede ai negozietti sotto casa che mano a mano spariscono lasciando vuoti i locali che in men che non si dica diventano fatiscenti e polverosi, con le vetrine sporche che quasi non ci vedi attraverso costringendo i clienti ad andare al centro commerciale anche solo per comprare il latte e un pezzetto di pane.
Mi piaceva Splinder, peccato... Mi piace anche Blogspot però e so che diventerà da domani la mia
(unica) casa virtuale ufficiale.
Forse ho troppa fantasia, ma il momento della chiusura me la immagino come un aereo che precipita, una nave che affonda o un palazzo che si sgretola e crolla in mille pezzi. E' per questo che in questo ultimo post, aggiungerò anche questo filmatino da Inception così tanto evocativo.
Ci vediamo di là (cioè di qua), se vi va di passare. Buona vita a tutti!

giovedì 26 gennaio 2012

Memo's Basic Life

Avete mai pensato a come sarebbe più libera e leggera  la nostra vita se la vivessimo senza tanti orpelli o pesi inutili? Ciò che desideriamo quasi sempre non è altro che qualcosa che ci viene spacciato per necessario e del quale, fino a quel momento avevamo benissimo fatto senza. Siamo sottoposti ad un lavaggio del cervello martellante e costante, finché anche il più restio a certe cose cede ed entra a far parte della schiera di quelli che si sono fatti irretire. Così, accessorio dopo accessorio, oggetto innovativo dopo oggetto innovativo, ci ritroviamo ad avere una vita sempre più schiava di desideri perlopiu irrealizzabili, che ci avvelenano l'esistenza in quanto perennemente insoddisfatti...
E' terribile rendersene conto.
Ieri ho dimenticato il cellulare in ufficio, me ne sono accorta quando era troppo tardi per andare a riprenderlo, sono talmente l'ultima ruota del carro che ovviamente non possiedo le chiavi per entrare senza che qualcuno già all'interno mi apra... così ho passato l'intera serata in preda al panico e all'ansia di averne bisogno o di perdere chissà quale fantomatica telefonata importante!
Ma chi vuoi che mi telefoni se non mia madre, con mio padre che le suggerisce alle spalle? Eppure son stata nel panico per buona parte della notte, tanto da non riuscire ad addormentarmi fino alle 5.00 del mattino, nonostante avessi la sveglia alle 7.00. Ecco un altro motivo d'ansia: la sveglia!
Chi la possiede ancora una sveglia? Come del resto anche l'orologio...basta il cellulare, no?
E se lo si lascia in ufficio?
Bella domanda... mi son dovuta arrangiare chiedendo a mamma (e non potete immaginare quanto mi sia costato farlo, per tante di quelle ragioni che è meglio che non ve le dica nemmeno!) che si sveglia sempre all'alba fresca come una rosa e senza dover puntare nessun orologio di sorta, che mi chiamasse al fisso per svegliarmi lei. Come un gallo, ma in forma umana... Così stamattina per la prima volta dopo un po' anni, cioè da quando me ne sono andata di casa per vivere per conto mio, ho risperimentato il risveglio traumatico di sentire la voce di mamma appena sveglia che mi ha dato anche tutta la consueta serie di consigli, mentre ciabattavo per casa e cercavo di caricare la moca tenendo in bilico il cordless tra l'orecchio e la spalla. 
In altre circostanze l'avrei stroncata con un secco: - Ci sentiamo più tardi, ti chiamo io! - cosa che di solito non avviene mai, ma in questo caso avendomi fatto una cortesia, non potevo nemmeno permettermi di tagliarla troppo corta. Per fortuna ad un certo punto mi sono dovuta fare la doccia...
Sin questo momento sono in uno stato pietoso, mezza rimbambita per le due sole ore di sonno e per la sensazione che dovrei fare qualcosa per essere meno schiava degli oggetti che possiedo. Lapo mi guarda dall'altra parte dell'ufficio e ogni tanto fa le facce buffe di chi si crede simpatico, ma intanto mi ha sbolognato quasi tutto quello che doveva fare lui. Lapo è un collega che chiamo così perché è meglio non fare nomi veri, ma anche perché... bè potete anche immaginatevelo da soli... Comunque ecco una sua descrizione abbastanza precisa, che copio e incollo dal mio blog in sfacelo.
E' un tipo strano e detto da me potete crederci. E' sui 30, tutto tirato nel suo completo grigio fumo e la camicia col colletto bicolore e ha l'enorme difetto di parlare troppo o non parlare affatto. Ovviamente sceglie sempre l'opzione sbagliata al momento sbagliato. E' uno che in vacanza va a Ibiza e si vanta di aver praticato il balconing ritornando tutto intero. Avete inquadrato il personaggio? Volete ancora qualche aiutino? 
Ci prova platealmente con qualunque essere di sesso femminile, senza badare troppo per il sottile. Si veste in maniera talmente improbabile, che lascia di stucco. Indossa spesso uno sgargianti completi giacca e pantalone a righe e per questo è stato soprannominato Lapo...
Sta sulle palle a tutti, ma a lui sembra non importare affatto. Di due una: o se ne frega davvero, oppure non ci arriva.
Ovviamente propendo per la seconda.
Dato che non lo sopporta nessuno, è stato affibbiato a me per ambientarsi sta qui da quasi un anno, vorrei sapere quanto gli ci vorrà ancora... e imparare a la gestione dei compiti che gli verranno affidati. Non fa altro che dichiarare candidamente che non vede l'ora di far carriera per avere un ufficio tutto suo, disporre di una segretaria da palpeggiare e con la quale fare sesso sulla scrivania, mentre gli altri lavorano. All'inizio credevo scherzasse e ho riso per farlo contento, ma ho scoperto che è sincero...
A volte mi guarda serio e mi dice: - Ti va di diventare la mia segretaria? - Gli ho spiegato pazientemente che non può fare così, perché potrebbe finire nei guai e venire accusato di molestie e 'sto scemo senza fare una piega mi ha detto: - E perché? Io prima lo chiedo... -
Il concetto di molestia e di attenzioni sgradite non lo sfiora nemmeno. Mi sa che per rintuzzarlo dovrò essere grossolana quanto lui...
Questo lavoro mi faceva già schifo prima, ora è proprio un incubo! Pensare di lavorare spalla a spalla con quell'idiota nei prossimi mesi, mi ha immediatamente tolto di dosso l'innaturale pigrizia che mi ha presa ultimamente. A quanto pare, basta poco.
Forse è il mio Deux ex Machina che ha un senso dell'umorismo tutto suo e si diverte a vedere come me la cavo in situazioni difficili, prima di darmi una mano. Per lui sarà come stare davanti alla tv guardando una sit-com. Buon divertimento caro, quando hai finito di fare zapping, ricordati che sto aspettando un aiuto più concreto! Stasera, all'insegna del «Aiutati che Dio ti aiuta», rispolvero il mio curriculum e lo spedisco in giro, magari trovo un meraviglioso
Una collega guarda incantata il tramonto attraverso la vetrata sparando minchiate sul romanticismo.
E' ufficiale, sono una stronza senza cuore.
Sì sì, lo sono. Perché avrei tanta voglia di tirarla giù dalla finestra, magari insieme a Lapo...
A proposito, se mai qualcuno lo notasse o se lo chiedesse: l'orologio del mio blog è un'ora indietro, perché è tarato sull'ora di Londra!
Sono quasi le cinque se Dio vuole! Tra poco si torna a casa...

martedì 24 gennaio 2012

If I actually had a life...




Siamo punto e daccapo.
Di nuovo chiusa nel mio bozzolo, di nuovo preda dei miei sogni, di nuovo alla ricerca di qualcosa che sembra non esserci: una persona che mi accetti per quella che sono.
Ho sbagliato, il concetto giusto è... che mi ami per quella che sono! Pacchetto intero, pregi e difetti.
E' facile amare qualcuno quando ti fa vedere solo il lato migliore di sé stesso, o quando cerca di compiacere i tuoi desideri, imitando meglio che può la persona che tu vorresti accanto... Difficile se non impossibile, amare qualcuno per ciò che è veramente senza mettere dei paletti o dei "certo che se cambiassi anche solo un pochino..." e via dicendo. Le persone non vanno cambiate. Per lo meno, non si può pretendere o sperare che lo facciano, imponendoglielo con la forza o con le lusinghe.
Si è quello che si è.
Capisco che è complicato, ma non è impossibile amare qualcuno per quello che è, basta dare per scontato che è così, punto è basta. Senza farsi i viaggi mentali su come sarebbe bello se cambiasse e diventasse qualcos'altro. Oltre tutto, succede spesso che proprio quando ci si inibisce e si cerca di cambiare per l'altro, nel momento nel quale si raggiunge la cosiddetta "perfezione" con tanta fatica e frustrazione, l'altro si stufa perché ci trova noiosi o soltanto perché tutto quell'assecondarlo, non ha fatto altro che rendergli la vita troppo facile. Comunque sia, sono stufa marcia di recitare la parte di quello che non sono, per cui preferisco la solitudine e la compagnia di un buon libro, all'avere accanto qualcuno che non capisce gli sforzi che si fanno per raggiungere una perfezione che non esiste.
Sto leggendo un libro molto carino che consiglio a chiunque abbia voglia di una lettura soave, fresca e magica nella sua semplicità. In una parola: delizioso! Si intitola "L'inconfondibile tristezza della torta al limone" di Aimee Bender, è davvero un libro carino che aiuta le persone a sentirsi meno sole, provare per credere!
Mezza giornata a casa dall'ufficio e mi sento già meglio, che questo anno sia quello giusto per mollare tutto e fare finalmente qualcosa che mi piace davvero?

sabato 21 gennaio 2012

Avere già un blog e non sapere esportarlo...



Avete presente quanto ci si sente impotenti, una specie di puntino nell'immensità vasta e sconosciuta, nel preciso momento nel quale si capisce di essere ignoranti in materia? 
Beh, io sì!
Avevo, ho meglio per qualche giorno ancora dovrei dire "ho", un blog su Splinder, piattaforma che ha deciso espressamente di tirare le cuoia suicidandosi alla mezzanotte del 31 gennaio...
E' triste sapere che i social network hanno ucciso i blog, ma di fatto è così.
Una volta si cantava "Video killed the radio star", ora il titolo come dovrebbe essere?
Mi fa tanta tristezza pensare che la vita della gente si possa riassumere in 140 battute su Twitter o in immagini copia e incolla o frasettine da cioccolatini, postate a ritmo continuo sul proprio profilo Facebook. Ovviamente non tutti utilizzano questi mezzi come adolescenti in preda a raptus di presenzialismo, ma ho notato gironzolando tra i profili che questo è il trend che va per la maggiore.
Poca spesa (di energie) e molta resa... di visibilità e di commentini degni di ciò che si è pubblicato, nonchè di pollicetti alzati ad indicare il gradimento di tali "sforzi". La fiera dell'effimero, ma è inutile che faccia tanto la Savonarola da strapazzo, perché lo hanno già detto così in tanti, che queste mie riflessioni non faranno altro che finire nella pattumiera delle sensazioni di chi leggerà questo mio scritto... Puntare il dito e fare la moralista non serve a nulla, se non a placare un pochino il mio senso di impotenza.
Appena un pochino, purtroppo. Perché il resto è rabbia pura. 
Ok, ho messo in chiaro come la penso ed ora posso mettermi tranquilla (si fa per dire) e cercare di far funzionare questo blog, senza pensarci più, anche se ho perduto per sempre i post che avevo scritto sull'altro blog, dato che non mi riesce di esportarli decentemente... *sigh*
Blog nuovo, vita nuova e si parte!